Antonella Sassanelli

Antonella SassanelliAntonella Sassanelli lavora su due piani: significato e significante. Forte è la minuzia e l’attenzione con cui si concentra sull’aspetto tecnico, ovvero sull’«artigianalità» dell’opera d’arte. Con perizia nella tecnica dell’ossidazione, l’immagine emerge dalla corrosione della tela attraverso un procedimento di “scarnificazione”, di rimozione indotta che produce in conclusione un effetto di straniamento spazio-temporale. Il ritratto “rugginoso”, virato in seppia, pare arrivare da un tempo remoto. In linea generale, considerando il medium – la materia – congiunto al fine, questa artista dimostra di saper lavorare fotografie, tessere di mosaico, colla, pomice, spago, silicone, ferro e acidi, il tutto accompagnato da testi e poesie dal suo coté di narratrice. «Il contenuto di un’opera d’arte non andrebbe mai spiegato», dice lei stessa quando le si chiede “di cosa parlano” i suoi volti. c’è l’Uomo, non il paesaggio al centro: diremmo il paesaggio umano, che definisce «tra sopravvivenza e buona Novella». A vederli è inevitabile andare a Bacon e Burri: i numi tutelari sembrano quelli. Sassanelli evidenzia però come la rappresentazione della condizione umana che intende manifestare, non sia solo lacerata dal dubbio o dalla pena, ma aperta allo squarcio di sole.

[Emanuele Dolcini – giornalista]

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